I segni del tempo non piacciono a nessuno: palpebre cadenti, zampe di gallina, svuotamento delle guance… La chirurgia plastica e l’industria cosmetica trovano soluzioni sempre più all’avanguardia per correggere le imperfezioni causate dall’avanzare dell’età. I tradizionali sistemi basati sulla chirurgia però cominciano a perdere appeal a causa dei fastidi post operatori. Per rimediare a tali problemi, un grande aiuto viene fornito dalle nuove tecnologie, che permettono alla chirurgia estetica di diventare sempre meno invasiva e più efficace. Proprio questi nuovi approcci sono stati l’oggetto del corso “La bellezza appesa ad un filo”, tenutosi ad Arezzo da uno dei pionieri a livello internazionale delle tecniche soft il Prof. Pier Antonio Bacci, e concluso proprio in questi giorni.
Gonfiori, bende, cicatrici, ematomi sono la bestia nera della chirurgia estetica, ma con le nuove tecnologie tutto questo può essere notevolmente attenuato. I segni lasciati sul corpo dagli interventi sono decisamente meno evidenti rispetto ad alcuni anni fa, i risultati sono più naturali, i rischi connessi alle procedure sono estremamente bassi e dato più importante, alla base del “ringiovanimento” si dà molta importanza alla dieta, all’attività fisica e alla psicologia del paziente. “La più grande novità a mio parere è l’aver universalmente accettato che un buon ringiovanimento cutaneo deve iniziare con una dieta che fornisca ai tessuti i nutrienti essenziali per rigenerarsi e li privi delle molecole alimentari che li danneggiano. – Ha commentato uno dei docenti del corso, il dottor Paolo Mezzana Specialista e Dottore di Ricerca in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica di Roma. – Il Prof.Bacci ha ideato un regime alimentare de-acidificante, de-tossificante che sarà il primum movens su cui noi chirurghi plastici e medici estetici potremo iniziare ad intervenire. Gli interventi di medicina e chirurgia estetica offrono migliori risultati con una dieta pre-intervento appropriata ed equilibrata, comprendente i micronutrienti più importanti per la salute della pelle: vitamina A, vitamina B7 o biotina, vitamina C, rame, ferro, zinco e cromo. Inoltre, la dieta pre-intervento deve comprendere un apporto costante di proteine. Fondamentale, infine, bere in abbondanza.”
“Sono sicuro – continua il dott. Mezzana – che queste tecniche si diffonderanno rapidamente nel moderno panorama estetico:
Biostimolazione meccanica con microfili: un rivoluzionario trattamento mini invasivo, per ottenere un rapido e naturale effetto lifting. Vengono inseriti, tramite piccoli aghi, dei fili riassorbibili nella cute del viso o delle zone da trattare. Gli aghi permettono di applicare dei sottilissimi fili in polidiossanone (PDO; già usati in chirurgia per suture riassorbibili). La presenza di questi fili stimola significativamente l’ipoderma a produrre fibre collagene. L’effetto ha una durata di 6-8 mesi. I fili vanno incontro a totale riassorbimento e scompaiono in breve tempo, lasciando il posto ad una trama di fibre collagene che danno nuovo sostegno alle zone trattate. Il trattamento viene effettuato utilizzando solo una crema anestetica ed è, quindi, quasi del tutto indolore.
Laser frazionale a doppia lunghezza d’onda: un brevetto di una delle aziende leader nel settore la Quanta System di Milano. Un sistema che permette di stimolare la produzione di collagene e rinnovare la cute danneggiata attraverso dei piccolissimi fasci di luce di colore diverso che lavorano insieme per trattare in modo estremamente delicato sia la superficie che la profondità.
Rigenerazione della cute con micro-innesti di cellule mesenchimali adulte multipotenti:anche questo un brevetto tutto italiano denominato RIGENERA. Si tratta di una rigenerazione dei tessuti effettuata in pochi minuti, indolore, che non richiede ricovero e consente un recupero immediato. Alla base ci sono le proprie cellule mesenchimali multipotenti adulte, quelle che innescano i normali processi riparativi quando la cute viene lesionata, ottenute dal prelievo di un piccolo frammento di cute (1mm), inserito, poi, in una apposita macchina per circa 90 secondi. I frammenti di pelle così ottenuti rilasciano cellule vitali che reinserite nel corpo dello stesso paziente hanno la capacità di innescare processi di rigenerazione senza alcuna “manipolazione”.
“Concludo citando una frase del Prof.Bacci – continua Mezzana – ‘Oggi si chiede di migliorare il volto solo per il giusto necessario, migliorare ma non trasformare, correggere senza demolire, per ricercare l’armonia integrale. Riuscire a prevenire e a rallentare i cedimenti può essere la scommessa vincente della medicina e chirurgia cosmetica dei nostri tempi e in questa ottica si trovano queste strategie per il ringiovanimento soft del volto.’ Un dettaglio non trascurabile in questo momento di profonda crisi economica è che le tecniche “dolci” sono decisamente meno costose rispetto agli interventi del passato. Meno invasive anche per il portafogli!”