Negli anni ottanta era molto diffuso uno shampoo alla mela verde che tanti di noi ricorderanno senz’altro con nostalgia. Era molto di più di un prodotto cosmetico, era la promessa di un cambiamento. Svitare quel tappo ed essere avvolti da quell’inconfondibile fragranza evocava immediatamente atmosfere campestri, contatto con la natura.

Peccato che quello shampoo di naturale avesse ben poco, per non dire niente, e che la sua leggendaria fragranza fosse totalmente sintetica, un derivato del petrolio. Dopo qualche anno venne ritirato e a noi non rimane che il ricordo di quel profumo pungente che continueremo per sempre ad associare alla mela verde.

Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono al dermatologo con la specifica richiesta di prodotti cosmetici bio-eco-compatibili, stanchi dei prodotti “derivati dal petrolio” o rilascianti formaldeide reclamano un cosmetico che sia “naturale”. Chiunque rimarrebbe colpito scoprendo che il propilen glicole è presente tanto nei detergenti per bambini quanto nell’antigelo delle automobili, o che la triethanolamina, presente anch’essa nei detergenti, rilascia nitrosammine (notoriamente cancerogene).

Il raggiungimento di una coscienza ambientale sta portando alla ricerca di prodotti che utilizzino materie prime rinnovabili, spesso di provenienza vegetale, che abbiano un basso impatto ambientale e che siano dermocompatibili,  in grado, quindi,  di tutelare la salute e l’ambiente. E’ stato calcolato che ogni anno nella sola Unione Europea vengono usate circa 2 milioni di tonnellate di cosmetici, ma non ne è mai stato valutato l’impatto ambientale.

Cominciano a nascere guide al consumo consapevole dei cosmetici, l’americana Environmental Working Group’s Skin Deep, creata nel 2004, è il più grande database sui prodotti chimici usati in campo cosmetico, con la dichiarata mission di proteggere la salute e di salvaguardare l’ambiente, contiene l’elenco di ben 70429 prodotti.

Nel settore della cosmesi biologica è sufficiente fare un giro in Internet per capire quanto vasta sia l’offerta in questo campo e quanto difficile sia  per il consumatore scegliere in maniera realmente consapevole tra chi promette prodotti privi di tensioattivi, parabeni, siliconi e chi propone peelings ai grani di cacao. Per molto tempo abbiamo assistito al proliferare di linee cosmetiche richiamanti la natura, la Terra, il bio, l’eco, il fito e così via, realtà spesso differenti tra loro, di cui alcune, per la totale assenza di un controllo,  hanno generato grande confusione nei consumatori.

Finalmente nel 2009 è stato pubblicato il nuovo regolamento europeo sui cosmetici, con lo scopo di eliminare incertezze, armonizzare le procedure e garantire la sicurezza, le cui disposizioni verranno applicate dall’11 luglio 2013 e che prevede norme più restrittive circa le sostanze cancerogene e i nanomateriali.

Il 17 giugno 2011 , grazie all’impegno di un gruppo di dermatologi, è stata presentata in Parlamento una proposta di legge per la certificazione ecologica dei prodotti cosmetici in Italia.

Un cosmetico biologico non deve contenere paraffine e siliconi, profumi o coloranti di sintesi, componenti sottoposti a radiazioni, OGM, ingredienti derivati da animali (eccetto latte e miele), ingredienti etossilizzati. Attualmente la certificazione di prodotto biologico viene rilasciata da organismi di controllo (riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole), tra questi il più noto è l’ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale). Dunque ricordiamoci che un prodotto diventa biologico soltanto dopo che ha passato questo vaglio e che importante è controllare l’etichetta che indica lo Stato in cui è prodotto, la sigla dell’organismo di controllo, se il prodotto è fresco, il numero di autorizzazione alla stampa dell’etichetta.

In ultimo “eco” significa anche l’utilizzo dei vegetali come ingredienti dei cosmetici naturali, la rivisitazione in chiave ecologica di molti prodotti cosmetici è possibile oltre che auspicabile,  ma attenzione alle piante, perché sono esse stesse delle entità biologiche chimicamente complesse e possono essere causa di problemi dermatologici come la dermatite allergica da contatto o l’orticaria.

Dottoressa Chiara Canci, Specialista in Dermatologia

Casa di Cura “Marco Polo”. U.S.I. Roma