“Un innaturale accumulo di grasso mammario nel maschio”

Questa definizione coniata da Galeno nel II sec. d.C testimonia come la ginecomastia ha da sempre suscitato l’interesse degli operatori del settore rappresentando un problema di non facile risoluzione per i pazienti che ne fossero affetti.

La ginecomastia è una condizione di ipertrofia della ghiandola mammaria maschile, che può riconoscere varia eziologia.

È nota la distinzione tra la cosiddetta “ginecomastia vera”, ossia la vera e propria ipertrofia della ghiandola mammaria e la “pseudoginecomastia” o “adipomastia” in cui l’aumento volumetrico della mammella è sostenuto da un anomalo accumulo di tessuto adiposo.

Le cause responsabili della ginecomastia sono molteplici ed in alcuni casi controverse: influenze di tipo ormonale ( deficit di testosterone, eccessiva produzione di estrogeni, etc) a volte legate a preesistenti patologie endocrine o tumorali; anomalie della differenziazione sessuale, prolungate terapie con alcuni farmaci, oppure un eccessivo accumulo di grasso mammario non sempre sostenuto da un eziologia certa.

L’incidenza dei casi di ginecomastia si riscontra spesso in età puberale anche se in questo caso  la condizione è spesso reversibile e pertanto non necessita di trattamento chirurgico. In altri casi, circa il 40%, la ginecomastia si manifesta in età adulta molto spesso con notevole implicazione sulla vita di relazione del soggetto che ne è affetto. Particolare attenzione va posta poi ai casi in cui si verifica, nell’ adulto, un aumento unilaterale della ghiandola mammaria, condizione che spesso pone il sospetto di malignità.

Da quanto detto si evince come il paziente affetto da ginecomastia debba essere inquadrato in un’ottica multidisciplinare, quindi oltre al chirurgo plastico che si occuperà della correzione chirurgica di tale patologia necessiterà l’aiuto di uno specialista endocrinologo e di uno psicologo. Sarà opportuno inoltre valutare le dimensioni della ghiandola e del grado di eccesso cutaneo, mediante alcune indagini strumentali come l’ecotomografia mammaria, la mammografia, la RMN oltre ad uno studio metabolico ed endocrinologico.

Il trattamento chirurgico persegue principalmente due obiettivi: il rimodellamento estetico e funzionale della regione mammaria, l’esito cicatriziale meno evidente possibile. L’approccio del chirurgo operatore nei confronti di un paziente con ginecomastia dipende come già detto dall’età dello stesso, perciò si attuerà una “tattica d’attesa” per i soggetti più giovani mentre si può procedere nei pazienti adulti. Le numerose tecniche chirurgiche consistono fondamentalmente nella asportazione della ghiandola mammaria nei casi di ipertrofia, e nel trattamento combinato mastectomia-liposuzione ove ci sia una forte componente adiposa associata all’ipertrofia mammaria.

Appare chiaro come l’esame istologico della ghiandola mammaria risulti fondamentale per poter escludere eventuali patologie tumorali.

Nei casi di pseudoginecomastia invece, si effettua la liposuzione, procedura che fornisce brillanti risultati senza essere eccessivamente traumatica per il paziente. Nel post-operatorio è buona norma applicare drenaggi in aspirazione per circa 48 ore ed apporre un bendaggio elastico compressivo per 4-5 giorni oltre ad un’accurata terapia antibiotica. La qualità dei risultati poggia nella corretta scelta dell’indicazione all’intervento, in rapporto al grado di ginecomastia, e nella esecuzione scrupolosa della tecnica.