L’idea di utilizzare il grasso corporeo come “filler” (materiale di riempimento) non è affatto recente: già alla fine dell’Ottocento sono infatti riportate in letteratura esperienze cliniche di reimpianto di tessuto adiposo a scopo riempitivo.
Un’ idea ricorrente, comune soprattutto tra i profani della chirurgia estetica, è quella di ingrandire il seno utilizzando il grasso aspirato mediante liposuzione-liposcultura di aree corporee dove questo sia presente in eccesso. E’ dunque possibile evitare l’ impiego delle protesi sostituendole semplicemente con del grasso in eccesso? Il lipofilling, o la sua evoluzione lipostruttura, consiste nell’ iniezione di tessuto adiposo nelle aree che si desidera ingrandire. Si tratta di una procedura comune in chirurgia estetica, effettuata con una certa frequenza per l’ ingrandimento di alcune aree corporee come le labbra, gli zigomi o, più raramente, i glutei. Non tutto il grasso che viene iniettato con il lipofilling attecchisce nella nuova sede, ed una parte variabile va incontro a necrosi, riassorbimento e/o calcificazione.
Fino ad oggi le obiezioni a questo tipo di intervento sono state quattro: le prime tre riguardano i problemi di sicurezza, mentre la quarta è relativa all’efficacia della procedura.
Iniettando del tessuto adiposo nel seno, una parte di questo produce inevitabilmente calcificazioni a livello della ghiandola mammaria. Queste possono confondersi con quelle che caratterizzano alcuni tumori mammari. Oggi le moderne tecniche radiologiche, però, permettono una più facile differenziazione. Grazie a nuove acquisizioni sugli esami mammografici si può considerare l’impianto di tessuto adiposo nel seno con lipofilling sicuro.
Il secondo problema di sicurezza era legato, specialmente nelle pazienti che dovevano ricostruire il seno per problemi di tipo oncologico, alla possibile stimolazione o formazione di nuove neoplasie da parte delle cellule che vengono trasferite, il grasso infatti è ricco di cellule staminali adulte, oltre che di adipociti. Recentemente Jean Yves Petit, direttore della Divisione di chirurgia plastica all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano ha pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista Annals of Oncology sui possibili rischi del lipofilling nelle donne operate di cancro al seno. La conclusione principale a cui sono giunti i ricercatori è che questa tecnica non è pericolosa quando praticata sulle pazienti oncologiche.
Il terzo problema di sicurezza è che se si iniettano grossi volumi di grasso (necessari per gli ingrandimenti desiderati attualmente), il grasso non attecchito può dare origine a gravi infezioni, potenzialmente pericolose per la vita. In una recente comunicazione il Dr. Illouz riferisce i risultati di 25 anni di esperienza nel lipofilling mammario, concludendo che è una procedura sicura, specialmente se il risultato definitivo viene ottenuto in diverse sessioni di impianto. Piccole quantità, ben distribuite, messe in tempi successivi. In questo modo si evitano le infezioni e si possono ottenere volumi maggiori.
Quest’ultimo studio di Illouz è anche lo spunto per rispondere all’ultima obiezione, che non riguarda la sicurezza, ma l’efficacia della procedura. Il volume medio impiegato per le attuali protesi mammarie in un comune intervento di ingrandimento del seno è di circa 300 cc. Considerato il mancato attecchimento di una quota del tessuto adiposo infiltrato, per ottenere un ingrandimento equivalente con il lipofilling sarebbe necessario infiltrare almeno 450-500 cc. di grasso per mammella. Come però ha messo in evidenza il chirurgo plastico francese, effettuando impianti di piccoli volumi per volta, in diversi tempi, si possono ottenere buoni risultati volumetrici senza infezioni o complicanze maggiori.
Ma forse la risposta migliore arriva dalla pubblicazione, sul primo numero del 2012 della prestigiosa rivista americana Plastic Reconstructive Surgery Journal, di un nuovo metodo per effettuare il lipofilling della mammella, ideato da un chirurgo plastico americano, il Prof. Roger K. Khouri. “Brava® and Autologous Fat Transfer Is a Safe and Effective Breast Augmentation Alternative: Results of a Six-Year, Eighty-One Patients Prospective Multicenter Study.”
Il Brava System ® è un reggiseno bio-meccanico ideato dal chirurgo plastico americano, il Prof.Khouri, che, esercitando una pressione negativa sulle mammelle, svolge la funzione di espansore mammario esterno. Indossare questo speciale dispositivo prima di un intervento permette di preparare i tessuti a ricevere le cellule adipose e indossarlo nel post-operatorio permette di migliorare l’attecchimento del grasso innestato.
Grazie all’associazione del sistema Brava® al lipofilling, è possibile innestare più grasso rispetto ad un semplice intervento di lipofilling e quindi ottenere un maggior aumento di volume e/o cambiamento di forma delle mammelle per le pazienti che desiderano sottoporsi ad una ricostruzione totale del seno post-mastectomia o una mastoplastica additiva estetica senza l’utilizzo di protesi, ma esclusivamente con tessuto autologo.
Questa tecnica si esegue generalmente in anestesia locale con lieve sedazione ed in regime di day hospital, e consiste nell’aspirare, da dove preferisce il paziente, del grasso con micro cannule. Queste cellule verranno poi processate e centrifugate con appositi macchinari (metodica di Coleman) ed il grasso purificato verrà quindi inserito attraverso cannule ancora più piccole nel seno.
In questo modo sarà possibile rimuovere accumuli localizzati di grasso ed allo stesso tempo aumentare le dimensioni del seno, unendo così i vantaggi di due procedure distinte. Le cicatrici saranno di 1-2 mm nel sito donatore e nelle pieghe nascoste dei seni, la ripresa delle attività quotidiane sarà molto rapida.
E’ impossibile e non corretto garantire al paziente un attecchimento del grasso inserito del 100%. La procedura dovrà dunque essere eseguita in più sedute, almeno due.
Il risultato che si può ottenere dall’intervento di lipofilling del seno in associazione con sistema Brava® è generalmente molto soddisfacente, duraturo e, dopo un parziale riassorbimento del grasso iniettato variabile da individuo ad individuo, permanente.
Cosa ne penso: come tutte le procedure la tecnica per effettuare il lipofilling del seno doveva essere perfezionata. I risultati ottenuti dal Prof. Khouri in associazione con il dispositivo Brava® sono veramente incoraggianti. La sicurezza? Gli studi dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano hanno dato una risposta energica alle obiezioni che sono state fatte in passato.