Nel 2008 un uomo irlandese muore in Colombia subito dopo un intervento di liposuzione. Il giorno prima e la mattina dell’operazione aveva sniffato cocaina. Il corpo di Whitney Houston, grande cocainomane, era pieno di cicatrici di precedenti interventi di chirurgia estetica, come ha rivelato il coroner americano che l’ha esaminata. E‘ stato riportato in molti blog che la cantante poche settimane prima di morire non aveva potuto effettuare un ulteriore “ritocchino estetico”. Il medico dopo aver preso visione degli esami preoperatori non l’aveva trovata idonea per i numerosi parametri clinici alterati. Lady Gaga che ha ammesso di aver fatto uso di cocaina. Che Lady Gaga facesse uso di cocaina era una cosa nota. Ma è tornata sull’argomento dicendo che la usava per cercare di colmare il “vuoto” dentro se stessa. E parlando “Era come se la droga fosse un mio amico…E’ un modo terribile per riempire quel vuoto, perché si aggiunge altro vuoto, perché non è reale”. Osservando le foto della cantante è evidente che si sia sottoposta ad un intervento di rinoplastica. Probabilmente lo avrà dovuto fare non solo per motivi estetici ma per riparare i danni che la polvere bianca produce a livello nasale. E ancora: Rod Stewart assumeva cocaina per via anale per non rovinarsi le narici. E’ una delle rivelazioni choc contenute nell’autobiografia del rocker, Rod: The Autobiography. Come riportato in un estratto pubblicato da Spin: “Cominciammo a comprare delle pillole contro l’influenza in farmacia: separavamo le due metà e ne sostituivamo il contenuto con la cocaina. Poi prendevamo le capsule per via anale, e dato che il corpo umano è una macchina meravigliosa, si dissolvevano senza sforzo nel sistema”.
Queste storie sono solo l’apice di un iceberg enorme. Oggigiorno sono coinvolte persone di tutte le categorie sociali. Adolescenti, studenti, professionisti, casalinghe, impiegati, calciatori. Tutti con un unico denominatore comune. “La cocaina”.
“L’Italia risulta il terzo paese in Europa per consumo di cocaina con il 7% di individui adulti tra 15 e 64 anni che almeno una volta hanno fatto uso di cocaina, al primo posto si colloca la Spagna con il 10,2% ed al secondo posto il Regno Unito con il 7,4%. – ha dichiarato il Dr. Mezzana – Se andiamo ad analizzare i legami tra chirurgia estetica e consumo di cocaina, in primo luogo si è notato un incremento delle richieste di interventi di rinoplastica. La cocaina è potentissimo agente vasocostrittore, nell’assunzione per via nasale può creare una distruzione a livello del setto e della piramide nasale che spesso necessita l’intervento del chirurgo plastico. A ricorrere alla rinoplastica soprattutto giovani maschi adulti. “
“Per la sua azione vasocostrittrice, inoltre, la cocaina pregiudica molto l’esito di interventi di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica in cui, per necessità tecniche, a porzioni di cute viene ridotta la vascolarizzazione come ad esempio per il lifting facciale, l’addominoplastica, la riduzione mammaria o la rinoplastica, con rischio di necrosi e alterazioni della cicatrizzazione. L’uso di cocaina, può inoltre accelerare il metabolismo delle sostanze che vengono infiltrate per fare modificazioni volumetriche, (come l’acido ialuronico reticolato) e la cute dei pazienti invecchia più rapidamente. Un legame ancora non stabilito, ma è un’evidenza di tutti i giorni per chi pratica la nostra attività”.
“Un altro grave danno che l’uso di cocaina può provocare è legato all’aumento del rischio cardiovascolare – continua il Dr. Mezzana-. Durante un intervento in anestesia locale o generale questo rischio aumentato si può percepire. Ma esiste anche un altro problema molto grande quello del consenso informato, della scelta consapevole se sottoporsi o no all’intervento di chirurgia plastica estetica; l’intervento non è necessario e deve essere affrontato come libera scelta dettata da una necessità profonda, senza alcuna leggerezza, il cocainomane può fare scelte più avventate di un individuo che non faccia uso della sostanza” – conclude Mezzana.