Che esporsi al sole senza cautela sia dannoso per la pelle lo abbiamo imparato ormai tutti.  Ustioni da esposizioni intense ed improvvise ( la cosiddetta abbronzatura del week-end), comparsa precoce di rughe e macchie, per non parlare dei tumori.

E’ pur vero che i raggi solari apportano tutta una serie di benefici, dal miglioramento del tono dell’umore, alla regolazione della sintesi della vitamina D, indispensabile per il metabolismo del calcio, con favorevoli conseguenze sull’apparato osseo. Senza contare che una pelle leggermente abbronzata, fin dai tempi di Coco Chanel ai più recenti casi delle sorelle Middleton, è sempre stata considerata sinonimo di bellezza e benessere   psico-fisico.

Come fare dunque per trarre solo vantaggio da quello che, da vent’anni a questa parte, è considerato come il nemico numero uno della pelle?  La potente arma a nostra disposizione è offerta dai prodotti di protezione solare. Intendiamo con questo termine qualsiasi preparato (crema, olio, gel, spray) venga posto a contatto con la pelle al fine di proteggerla dai raggi UV, mediante fenomeni di assorbimento, dispersione o rifrazione.

Tra le radiazioni elettromagnetiche emesse dal sole, quelle ad avere un maggiore effetto sulla pelle sono gli UVB e gli UVA. Gli UVB,  assorbiti dagli strati più superficiali dell’epidermide, sono responsabili di eritemi ed ustioni solari. Gli UVA, avendo maggiore lunghezza d’onda e quindi più alta penetrazione nei tessuti, raggiungono le strutture più profonde della pelle (derma).  Gli UVA sono attualmente considerati più dannosi  poiché maggiormente correlati al rischio di insorgenza di tumori e di invecchiamento cutaneo.

Tutti i prodotti solari moderni contengono filtri UVA e UVB e sono divisi in due categorie, schermi fisici e filtri chimici.

Gli schermi fisici sono particelle di metalli pesanti di cui i più conosciuti sono  l’ossido di zinco ed il biossido di titanio. Questi, grazie alla loro opacità, oppongono uno schermo totale alla radiazione ultravioletta, mediante processi di riflessione e diffusione. Vengono dunque consigliati nei soggetti di pelle chiara.

I filtri chimici sono invece molecole capaci di assorbire in modo selettivo le radiazioni ultraviolette e, grazie alla loro struttura chimica, di ricedere questa energia sottoforma di calore. Tra questi ricordiamo gli antranilati, i benzofenoni, i cinnamati, i derivati della canfora.

Attualmente vengono impiegate sempre più spesso formulazioni contenenti l’associazione tra filtri chimici e schermi fisici, atte a garantire un ampio spettro di protezione UVA e UVB.

Il grado di protezione di un filtro è espresso dall’SPF (sun protection factor)che indica il rapporto tra la quantità di UV necessaria per indurre  un minimo eritema ( la minima dose eritemigena MED) sulla pelle protetta dal filtro solare e quella necessaria per provocare la stessa reazione su cute non protetta. Ci offre dunque una misura di quanto tempo possiamo esporci al sole senza scottarci, il limite dell’SPF è che ci fornisce indicazioni solo  riguardo al danno provocato dagli UVB.

Prima di esporci al sole sarebbe buona norma  consultare un dermatologo e farci consigliare nella scelta del prodotto solare, al fine di individuare il proprio fototipo e la formulazione più adatta alle nostre esigenze, senza incappare nell’errore di scegliere un prodotto che non garantisca la protezione di tutto lo spettro. Non basta infatti leggere il numero dell’SPF (che si riferisce agli UVB), dobbiamo assicurarci che il prodotto che stiamo acquistando ci protegga anche dagli UVA. Inoltre nei soggetti con pelle molto chiara e nei bambini è sempre preferibile lo schermo fisico.

I prodotti di protezione solare sono inseriti in Italia nella categoria merceologica dei cosmetici e la loro efficacia e sicurezza si basano non solo sulla presenza dei filtri ma sull’intera preparazione cosmetica.

Esiste una vasta offerta di prodotti solari in varie formulazioni: gli oli permettono un’ottima dispersione del filtro e non richiedono la presenza di conservanti, tuttavia non garantiscono una protezione elevata, sono dunque consigliati per le pelli più scure o già abbronzate. Gli idrogel presentano una base spesso idroalcolica, danno sensazione di freschezza immediata, ma, formando uno strato non omogeneo sulla pelle, forniscono una bassa protezione. Inoltre, per la presenza di alcol, sono da sconsigliare nei bambini e nelle pelli sensibili. Le emulsioni olio in acqua e acqua in olio permettono di usare grandi quantità di filtri chimici e fisici e di creare uno strato protettivo sulla pelle resistente all’acqua e al sudore. Le più resistenti sono le emulsioni acqua in olio. Le più apprezzate e diffuse sono le emulsioni olio in acqua, perché più gradevoli, ma resistono meno all’acqua, è dunque necessario rinnovarne l’applicazione ogni due ore e dopo il bagno, hanno inoltre un’ottima azione idratante e antirughe.

Le paste e le creme  sono le più indicate per i bambini, a basso contenuto di additivi e conservanti, totalmente prive di profumo, hanno prevalentemente schermi di tipo fisico.

Concludendo, ricordiamoci sempre di verificare in base al nostro fototipo la presenza di schermi fisici e filtri chimici. Se optiamo per una emulsione olio in acqua  o per un idrogel ricordiamoci di rinnovare l’applicazione ogni due ore e dopo il bagno. Assicuriamoci che il nostro prodotto abbia uno schermo UVA, perché se è vero che non avvertiamo la sensazione di bruciore tipica dell’eritema indotto da UVB, è pur vero che dobbiamo avere garantita la protezione da patologie ben più gravi. Non dimentichiamoci che gli UVA attraversano i vetri e le nuvole, evitiamo di utilizzare profumi prima di esporci al sole, la pelle potrebbe macchiarsi…non massaggiamo totalmente il prodotto solare, uno strato più spesso ci garantirà una maggiore protezione In ultimo non dimentichiamoci dei bambini: impastiamoli ed eviteremo loro tante sofferenze.

Dottoressa Chiara Canci-Ambulatorio di Dermatologia Oncologica-U.S.I. Casa di Cura Marco Polo-Roma