La terapia fotodinamica è una moderna metodica non invasiva che utilizza una sostanza fotosensibilizzante per via topica, che, attivata dalla luce visibile ad opportune lunghezze d’onda, determina la distruzione selettiva delle cellule alterate. Approvata dall’FDA nel 1999 per le cheratosi attiniche e per gli epiteliomi basocellulari, negli ultimi anni il crescente utilizzo di questa tecnica ha dimostrato la sua efficacia anche per il trattamento di altri quadri, dall’acne, alle verruche volgari, ai disordini dell’apparato pilosebaceo, fino al fotoringiovanimento.

La tecnica si basa su una reazione fotodinamica, processo chimico mediato dalla luce, con assorbimento della luce da parte di una sostanza fotosensibile e successiva formazione di radicali liberi dell’ossigeno. La sostanza fotosensibilizzante più diffusa è il 5-ALA (acido 5 aminolevulinico) una molecola non tossica per l’uomo, di piccole dimensioni, prodotto intermedio della sintesi della Protoporfirina IX. In pratica si applica, sull’area da trattare, un unguento contenente un profarmaco chiamato acido 5-aminolavulinico (5-ALA). Questa sostanza viene captata dalle cellule danneggiate dal sole (o dalle lampade UV) e trasformata in un prodotto fotoattivo (protoporfirina IX) capace di reagire con la luce. Il risultato è una distruzione selettiva delle cellule il cui DNA è stato irreversibilmente danneggiato dai raggi ultravioletti.

La PDT sfrutta diverse lunghezze d’onda nello spettro del visibile, a seconda del bersaglio.

La metodica è molto semplice: l’ALA in crema viene posta sull’area da trattare circa un’ora prima del trattamento, l’esposizione alla sorgente luminosa è piuttosto breve, dura infatti 10-15 minuti a seconda della lesione. Nei giorni successivi si avrà la formazione di crosticine e lieve desquamazione che spariscono senza lasciare traccia. E’ importante usare una crema antibiotica per qualche giorno e proteggersi dal sole.

La terapia fotodinamica può essere utilizzata per il trattamento degli stati precancerosi  clinicamente manifesti, come le cheratosi attiniche, ma anche in un’ottica preventiva del danno cutaneo da fotoinvecchiamento.

Presso il nostro Ambulatorio stiamo utilizzando, con risultati incoraggianti, la lunghezza d’onda nel rosso a 634 nm, per il trattamento delle cheratosi attiniche e per il fotoringiovanimento. Si tratta di una metodica particolarmente innovativa, non solo perchè sfrutta LED ad elevata potenza (>100Mw/cmq), ma soprattutto perché, agendo ad una distanza minima dai tessuti (circa 5-10 mm), garantisce l’assenza di dispersione energetica. Abbiamo osservato risultati interessanti fin dalle prime sedute, con regressione delle cheratosi attiniche e notevole miglioramento della texture cutanea nei casi trattati per il fotoringiovanimento. La tecnica utilizzata è l’unica PDT  brevettata in cui la distanza tra la cute e i LED non supera i 10 mm, ciò ottimizza l’assorbimento da parte delle cellule alterate, riducendo i tempi di esposizione e favorendo  la compliance del paziente.

Dott. Paolo Mezzana Specialista in Chirurgia Plastica-Dott. Chiara Canci Dermatologa

Servizio di Dermatologia Oncologica Casa di Cura Marco Polo U.S.I.  di Roma

per info: Tel: +39 06.328.68.48