In quest’ epoca in cui è molto importante rallentare i segni del tempo, gli antichi vampiri dalla pelle sempre giovane sono indubbiamente un’ ossessione culturale. In tutti noi c’è un pò il desiderio di diventare delle antiche bambine, proprio come Claudia, la protagonista femminile di “Intervista col Vampiro”. Pelle di porcellana e giovinezza eterna. Un’utopia che le donne moderne rincorrono quotidianamente, tra creme antiage, filler, trattamenti cutanei, iniezioni di botulino o lifting. E’ sul mercato in molti paesi del mondo con il nome di “vampire filler” o “vampire face lift” e si tratta  di un trattamento di medicina estetica per stimolare la cute a rigenerarsi.

Nonostante la pittoresca definizione americana degna di un serial-film alla moda di “new moon”, la tecnica della cosidetta: “rigenerazione cellulare autologa con fattori di crescita piastrinici “, meglio conosciuta come Platelets Rich Plasma (PRP) in medicina estetica, risale al 2004 grazie agli studi del Dr. Victor Garcia (Univ. Barcellona). L’Autologous Cellular Regeneration (ACR) è una tecnica iniettiva di biostimolazione che utilizza il plasma arricchito di piastrine bioattive del paziente, con lo scopo di rigenerare la cute invecchiata e danneggiata e i tessuti ipodermici. È una procedura che prevede la stimolazione dei tessuti con il sangue del paziente stesso privato dei globuli rossi attraverso una speciale centrifugazione. Non è un intervento chirurgico, ma un trattamento basato su un semplice prelievo: il sangue viene inserito in una centrifuga, per separare i globuli bianchi, rossi e il plasma. Una volta preparato viene poi iniettato nel viso per stimolare la produzione di collagene. Negli Usa sta spopolando, perché rispetto alle tecniche tradizionali non ha rischi in termini di reazioni allergiche essendo totalmente autologo. In pratica l’iniezione di plasma autologo arricchito in piastrine, attraverso un sistema di separazione, produce una matrice che fa da impalcatura per la rigenerazione delle cellule e contemporaneamente da serbatoio di fattori di crescita.

Quello che ci attendiamo da questo tipo di tecnica è un effetto filler immediato ma transitorio ed una progressiva produzione di collagene. La tecnica deve essere effettuata con una frequenza dalle 2 alle 4 sedute l’anno. Numerosi studi condotti dal Dr. Paolo Mezzana di Roma hanno rilevato, mediante ecografia del derma, un aumento significativo dei parametri dello spessore e dell’idratazione in pazienti trattate in cicli ripetuti. Il Dr.Anthony P. Sclafani, direttore di chirurgia plastica facciale presso il “New York Eye & Ear Infirmary” ha constatato che l’ effetto di questa terapia può durare anche più di un anno (sino a 18-24 mesi). E’ un metodo che migliora le qualità della pelle a 360°.

In Italia la metodica è ancora poco diffusa per un cavillo medico-legale. Infatti la tecnica è soggetta ad una legge ferrea datata 21 ottobre 2005, n.219 che regola la donazione, la manipolazione e lo stoccaggio del sangue e dei suoi derivati, legge fatta per evitare la commercializzazione delle sacche di sangue.

Le evidenze scientifiche di efficacia e sicurezza determineranno presto anche in Italia la diffusione del “vampire lift”. Intanto sono permessi, in deroga alla legge, accordi stipulati dagli organi regionali tra i centri trasfusionali e alcuni studi privati per l’inoculazione del sangue autologo preparato in questo modo.